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BIOGRAFIA

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Francesco Pannuzzo è nato a Noto il 3 agosto del 1976, timido e introverso è l’arte che fin da piccolo gli permette di esprimersi al meglio, di relazionarsi col mondo che lo circonda. I modiglioni di Villadorata e i vivaci ghirigori barocchi netini, nella sua fantasia, mutano continuamente, lo incuriosiscono e lo portano a interessarsi alla scultura, alla sfida con la pietra e alla sua modellazione e quindi a frequentare, prima l’Istituto statale d’Arte di Noto, poi l’Accademia di Belle Arti di Catania, dove si diploma cum laude nel 2001.
La sua arte si esprime con la rielaborazione, egli è un acuto osservatore che immagazzina immagini, pensieri, emozioni e sensazioni, li metabolizza per poi riproporli in chiave personale. È così che nei lavori della serie “Paesaggi mentali” l’esuberante vegetazione siciliana si riduce a pochi tratti nervosi che evocano gli arbusti tormentati dallo scirocco, i vecchi casali oppressi dalla calura estiva o le aspre colline orientali. Negli anni il suo interesse si sposta verso un altro elemento della mater natura: il corpo umano. La serie “Nudi” lo porta a scrutare l’uomo nei suoi momenti più intimi, nella fasi della presa di coscienza del proprio essere: un momento prima rilassato, quello dopo con i muscoli tesi. L’essere umano racchiude anche una parte introspettiva più difficile da esplorare, in sé racchiude un’anima, un pensiero e soprattutto dei ricordi. I “Ricordi di infanzia”, infatti, ripropongono il bambino che si cela in ognuno di quei corpi maturi e sensuali. L’artista porta questo tema alla mostra personale "Cromatismi” organizzata presso la “GAN” nel 2009.
Alla ricerca della conoscenza di tutte le fasi della vita, Francesco si dedica anche a quella più problematica, all’adolescenza. Tuttavia, non ci concentra sugli aspetti più tormentati, ma su quelli più goliardici ed esuberanti: “Fui_mettando”, ancora una rievocazione, una rielaborazione degli eroi che popolano le fantasie di chi è in lotta col mondo e si affida al proprio super-eroe. Con “Pinocchio bugiardo” torna al tratto, spigoloso, pungente che aveva caratterizzato le prime opere, così che le linee intersecandosi su loro stesso creano immagini minimali e danno vita al burattino dal lungo naso stilizzato. 
Oggi Francesco è un artista maturo che non ha smesso di cercare e di cercarsi. I suoi pennelli e i suoi scalpelli sono guidati dalla curiosità, elemento che fa da sfondo a tutte le sue opere, motore che probabilmente lo porterà a scandagliare nuove e sconosciute dimensioni. 

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